martedì 17 luglio 2007

I FILM DI CUI NON CI POTREBBE IMPORTARE DI MENO

PI RATI DEI CARAIBI: AI CONFINI DEL MONDO (PIRATES OF CARIBBEAN: AT THE WORLD'S END) di Gore Verbinski con J. Depp, O. Bloom, K. Knightley, G. Rush
Poteva però esserci scritto anche Spider-Man 3 di Sam Raimi. Non perchè questa metodologia dell'evento planetario e del "tutto subito" (leggi: invasione barbarica del globo) abbia rotto un pò i coglioni (oddìo, sì, anche); ma perchè è un dato di fatto che non si può stare per la terza volta 170 minuti (140 nel caso dell'uomo ragno) a farsi sfinire da progetti che partono spompi, contrattuali, anodini, inerti già sulla carta. Con tutto il loro pre-marketing surrettizio (nonno rollingstone Keith Richards dice che ha sniffato le ceneri del padre, e la Disney perde tempo a -fingere di?- incazzarsi; Maguire e la Dunst che tre mesi prima dell'uscita si Spider-Man già dichiarano che nel capitolo 4 neanche morti) e la verifica certa/inutile di una visione rituale che sta all'officio mistico del vero mito seriale (Star wars, ma, anche, e sia, Il Signore degli anelli) come i cavoli alla merenda. Suvvia, il bucaniere bistrato sculettante di gionnidepp è lo spin-off di un parco a tema, mica Stevenson via postmodern. E ci vuol coraggio a vanificare 45 anni di comics col dark side di Peter Parker in stile fattanza di Pete Doherty. Bah.

GRINDHOUSE: A PROVA DI MORTE (GRINDHOUSE: DEATH PROOF) di Q. Tarantino con K. Russel R. Dawson
Uno stuntman sfregiato/lupo cattivo adocchia, adesca e massacra 4 disinibite ragazzotte. Ma poi 4 altre pollastre un pò più femministe non si fanno fregare. E massacrano lui, vendicando idealmente le prime. La macchina da presa accarezza i corpi femminili, e le "chiacchere" tarantiniane infinite diventano un ipersegno, tra immagini graffiate e salti di rullo come nei peggiori cinemacci da double bill. Attese infinite prima del clou, chiusura stile kung fu movie con colpo mortale, "The End" improvviso. Come nella vera serie Z anni '70, ma omaggiando capolavori come Punto Zero, Duel, Rpllercar. Coma un Rape&Revenge rovesciato e su quattro ruote. tutti amano Quentin: è un "genio compreso". Ma poi, di fronte all'implosione di stile del suo superflop, che imbarazzo è? se l'immaginario che mette in scena è ormai estinto anche in patria, figurarsi qui da noi: e se una platea ghigne felice dopo la citazione Zozza Mary, pazzo Gary non è perchè se lo ricorda: è perchè quel titolo sia inventato dal "genio". Brrrr. Forse, è il miglior Tarantino in assoluto: dunque, non può e non deve fegarcene un cazzo. Chiaro?


1 commento:

Anonimo ha detto...

Quentin è ora che vada a letto con la copertina...ha stufato con i suoi film, non sono per il pubblico, ma per se stesso